Organismi unicellulari caratterizzati da una struttura primitiva (figura 3), ovvero formati da una cellula procariotica. Prive di nucleo, le cianoficee sono formate da una parte interna (centroplasma) incolore e una parte esterna (cromatoplasma) colorata. Nel cromatoplasma sono presenti i pigmenti di assimilazione.
Figura 1 – Cianoficee : Gomphosphaeria
Denominate “azzurre” poichè svolgono la fotosintesi grazie alla Fucocianina, un pigmento di colore azzurro. La Ficoeritrina è presente solo in alcune di esse ed è un pigmento rosso. Una guaina mucillaginosa di rivestimento non le rende tutte di colore azzurro, anzi le colora di giallo, rosso, verde, blu, viole o brune.
Le cianoficee si moltiplicano solo per divisione cellulare. Questi organismi rappresentano le più antiche piante fotoautotrofe ancora esistenti (figura 4).
Figura 2 – Cianoficee: Oscillatoria
Organismi unicellulari, hanno pareti silicee che donano una struttura dura e resistente (figura 5). La membrana avvolge il protoplasto in due parti, dette teche. Ogni teca è formata da una valva e una pleura (cintura commessurale). Ogni diatomea ha due facce totalmente differenti: faccia valvare e faccia commessurale (figura 6). Le diatomee si riproducono per divisione diretta. Il protoplasto si divide in lunghezza, le due metà si allontanano e le cellule figlie ri-creeranno la teca mancante. Di generazione in generazione le cellule diventano sempre più piccole, fino a giungere alla formazione di una cellula non vitale; a questo punto si ha la formazione di auxospore.
Figura 1 – Diatomee
Figura 2 – Diatomee: Navicula
Quando tali organismi muoiono perdono la parte interna, mentre i frustoli di silicee permangono sui fondali ed infatti, tale processo, dopo milioni di anni ha formato rocce sedimentarie farinose che vengono utilizzate per ottenere farina fossile, una polvere fine utilizzata per svariati scopi. Le Diatomee posseggono un importante ruolo ecologico, componenti essenziali nella catena alimentare.
Si conoscono più di 8000 specie, le Cloroficee contengono la Clorofilla e sono le più affini alle alghe superiori (figura). I loro cloroplasti sono formati da 2 a 6 tilacoidi fusi, non hanno un reticolo endoplasmatico e la loro sostanza di riserva è l’amido. Prediligono acque mesosaprobie e possono riprodursi sia asessualmente che sessualmente.
Le alghe brune (figura 8) le ritroviamo principalmente in ambienti marini. Le forme più semplici sono caratterizzate da filamenti striscianti. Le cellule sono mononucleate e possiedono vacuoli e cloroplasti verde-bruni o nerastri. Il pigmento di questi esseri viventi è la Fucoxantina bruna. Le pareti cellulari contengono sali dell’acido alginico, oltre alla cellulosa. I prodotti della fotosintesi sono grassi, carboidrati, mannite, polisaccaridi e laminarina.
I talli delle alghe rosse sono formati da strutture complesse, da sistemi di filamenti ramificati. Le alghe rosse (figura 9) di mare solitamente assumono un colore rosso, violetto, bruno scuro, mentre le forme di acqua dolce tendono al grigio-verde. Le cellule mononucleate posseggono molti cloroplasti e un grosso vacuolo che spinge il citoplasma verso la membrana cellulare, quindi il citoplasma assume l’aspetto di una sottile “camera d’aria”. Le pareti cellulari contengono agar, estratto e utilizzato spesso dall’uomo nelle industrie alimentari e farmaceutiche. Nel citoplasma vengono depositati granuli di amido. I pigmenti presenti, oltre alla Clorofilla sono la Ficoeritrina e Ficocianina.
Alcune alghe sono impiegate nelle industrie alimentare, poichè alimenti ricchi di sali minerali e vitamine oppure come concimi, donando sali minerali, fertilizzanti per le piante.
L’agar estratto dalle alghe rosse è impiegato per la creazione di cosmetici o farmaci. Inoltre, nel campo della microbiologia è fondamentale per le composizioni di terreni di coltura pre la crescita di batteri.