In acqua il calore si disperde circa 25 volte più velocemente.
Indossando una muta il corpo si bagnerà (tranne che con la muta stagna), ma il calore corporeo si disperderà più lentamente attraverso lo spazio isolante. In poche parole il vostro corpo andrà a scaldare quel sottile strato di acqua tra la vostra pelle e la muta, motivo per cui il riciclo di quest’acqua deve essere il più basso possibile.
Uno dei dettagli principali da tenere a mente prima di valutare il suo acquisto, è il tipo di immersione che abbiamo intenzione di effettuare. È importante infatti valutare non solo la vestibilità, ma anche la protezione termica della muta da sub e i materiali con cui è stata realizzata, che devono garantire resistenza ai tagli e ad eventuali incontri ‘pericolosi' con alcuni tipi di pesci.
Le mute da sub in commercio si dividono in tre tipologie:
La muta umida è quella più comune. È solitamente realizzata in neoprene, ha la caratteristica di lasciar entrare poca acqua e ha uno spessore variabile mediamente tra i 3 e i 7 millimetri. Quella semistagna mantiene invece uno strato d'acqua tra il corpo e la muta stessa, che si riscalda per raggiungere il perfetto equilibrio termico. Le mute stagne, prodotte anche in nylon, permettono al sub di uscire dall'acqua con il corpo perfettamente asciutto grazie alla presenza di chiusure stagne a collo, caviglie e polsi e calzari integrati.
Il materiale più utilizzato per la produzione di una muta da sub è il neoprene. I suoi punti di forza, tra questi la resistenza al taglio e l'isolamento termico, lo rendono infatti molto importante per questo indumento. Le mute da sub in neoprene, che possono essere anche precompresse o a cellule spaccate nei modelli di ultima generazione (sono una versione ibrida che combina i vantaggi del neoprene a quelli del tessuto), risultano calde durante l'immersione anche se poco pratiche da gestire per l'ingombro e il peso. Oltre al neoprene, esistono in commercio anche mute prodotte con altri materiali come ad esempio: trilaminato, poliuretano, trilaminato di poliestere, poldura e bilaminato.
La temperatura dell'acqua è un fattore determinante per lo spessore della muta, che può partire da 1 millimetro fino ad arrivare ai 9. In caso di temperatura calda si utilizza lo spessore da 3 mm, in acque temperate il 5 mm, mentre per immersioni in acque particolarmente fredde la scelta cade solitamente sui 7 mm.
È ovviamente importante anche calarsi in acqua con una muta da sub della giusta taglia. Prima di passare all'acquisto, prendete dunque nota delle vostre misure (giropetto, girovita e girobacino) con un semplice metro a nastro. Come evidenziato dal PADI (una delle organizzazioni di istruzione alla subacquea più grandi al mondo), la muta deve essere aderente, ma non troppo stretta, e non dovrebbe presentare zone eccessivamente lasche. Proprio perché è un indumento che deve durare per molti anni, va dunque scelta con cura, facendo attenzione che calzi correttamente e che sia confortevole durante l'immersione.
La muta umida utilizzata per l'apnea e la pesca in apnea è realizzata in neoprene, materiale semi-impermeabile, ma l'acqua circolerà comunque dalle estremità: in particolare più la muta è aderente al corpo del sub meglio svolgerà la sua funzione di isolante termico, riducendo il ricircolo tra l'ambiente esterno e il sottile strato di acqua che si mantiene tra la muta e la pelle del sub. La muta umida ha comunque un ricircolo continuo d'acqua al suo interno.
Per acque a temperature comprese tra 10 e 18 °C, bisognerà privilegiare una muta in neoprene di 7 mm di spessore (uscite in acque fredde).
Per acque a temperature comprese tra 16 e 24 °C, bisognerà privilegiare una muta in neoprene di 5 mm di spessore.
Per acque calde a temperature superiori a 24 °C, bisognerà privilegiare una muta in neoprene di 3 mm di spessore, che offrirà inoltre una grande libertà di movimento.
COME REGOLA A SPANNE PER IL CALCOLO DEI PESI DA ABBINARE A SECONDA DELLO
SPESSORE DELLA MUTA PER UN FISICO MEDIO DI 75/80 KG E' :
UN KG IN PIU' DELLO SPESSORE CON BOMBOLE IN ACCIAIO E 3 KG IN PIU' USANDO LE BOMBOLE DI ALLUMINIO (IN ACQUA SALATA).
(Muta umida da 3mm / 4 kg di zavorra / bombola in acciaio)
(Muta umida da 3mm / 6 kg di zavorra / bombola in alluminio)
( 5mm / 6kg / acciaio) ( 5mm / 8kg / alluminio) ecc.
N.B. Vedere anche approfondimento sulla pesata nella sezione: attrezzature/pesi
La muta semistagna, al contrario di quella umida, mantiene uno strato d'acqua tra il corpo e la muta stessa, consentendo il ricambio con l'ambiente esterno solo su specifico intervento del subacqueo. Questo strato di acqua, scaldandosi al contatto con il corpo, mantiene una temperatura più calda rispetto a quella dell'acqua esterna, favorendo così la resistenza al freddo.
Lo spessore utile per le semistagne è 6,5 / 7 mm
Cominciamo subito col dire che le mute stagne si possono dividere in due grandi categorie: quelle in neoprene e le altre. Le prime, sono realizzate in neoprene spesso dai 7 ai 9 millimetri, protetto da uno strato di nylon che ne garantisce l’impermeabilità. Sono mute molto comode, anche se piuttosto costose. Hanno il difetto di essere molto delicate in immersione e necessitano di molte attenzioni anche durante il “riposo” nei nostri armadi.
In compenso, tengono caldo il corpo e sotto non c’è bisogno di vestirsi molto. Solitamente è sufficiente una tuta da ginnastica o una felpa leggera. Ma dipende ovviamente dalla temperatura esterna, dai tempi di immersione e, come è facile immaginare, da quanto freddoloso è il subacqueo che la indossa. Queste mute sono le preferite dai subacquei ricreativi e da quelli sportivi.
Chi scende in acqua per mestiere, e magari deve rimanere per lunghi periodi a lavorare sul fondo del mare, sceglie una stagna in trilaminato, realizzata incollando vari strati di “fogli” di nylon e di gomma butilica. Ne consegue un tessuto molto resistente anche agli strappi, e quindi preferito dalle agenzie professionali per “vestire” i loro subacquei.
Un altro tipo di muta scelto dai professionisti, ma anche da subacquei ricreativi che non vogliono spendere troppi soldi, è quella realizzata in gomma vulcanizzata, che ha anche il vantaggio di difendere il sub dai vari agenti inquinanti che, ahimè, sono sempre più frequenti nei nostri mari.
Sotto queste mute, è necessario infilare vesti molto pesanti. Un certo mio amico – subacqueo professionista – ci indossa sotto la tuta e i maglioni con i quali va a sciare! Al contrario della muta in neoprene, queste in trilaminato o in gomma si riparano velocemente appiccicando una toppa nello strappo con una colla speciale.
A completare il quadro, bisogna ricordare anche le mute semistagne. Le mute cioè che non mantengono completamente asciutto il corpo ma garantiscono comunque un minor ricambio di acqua tra il neoprene e la pelle. Io non ne sono un fan. Le ritengo inutili in inverno e insoddisfacenti d’estate, quando ci si immerge anche per sentire la piacevole sensazione dell’acqua marina che ti carezza la pelle.
Alcuni miei amici – molto freddolosi, in verità! – ne parlano invece in maniera entusiastica. Ma anche loro la usano solo d’estate e non si sognerebbero mai di scendere con una semistagna nelle gelide acque invernali.
Come abbiamo spiegato in apertura, le mute stagne, siano esse in neoprene o in trilaminato, hanno un effetto impermeabile e impediscono all’acqua di entrare in contatto col corpo del sub. Quando ci si immerge con la stagna, si prova la straniante sensazione di rimanere asciutti come a casa propria pure se si sta pinneggiando nel fondo del mare! Fatto salvo, ovviamente, le guance e, se non si usano guanti o calzari particolari, anche le mani ed i piedi che sono destinati a bagnarsi.
Va da sé che l’aria che sta tra la stagna e il nostro corpo è soggetta alle leggi della pressione. Per evitare quindi che la muta ci stringa eccessivamente – cosa molto spiacevole soprattutto se non avete optato per una stagna in morbido neoprene – bisogna insufflarci dentro dell’aria a compensazione. Un po’ come facciamo dal naso con la nostra maschera.
Per questo, la stagna è collegata, tramite una valvola posta sul petto, con una frusta alla rubinetteria della nostra bombola. Quando sentiamo la muta “abbracciarci” troppo calorosamente, basta premere la valvola e l’aria della bombola viene sparata nella muta. In risalita, l’aria esce naturalmente da un altra valvola sistemata sul braccio sinistro e che possiamo regolare a mano.
Chi può adoperare la stagna?
L’uso di questo tipo di muta è riservato a subacquei di una certa esperienza. Subacquei, in altre parole, che abbiano acquisito una sufficiente padronanza del loro assetto in immersione. A questo proposito, è utile ricordare che la muta stagna non è alternativa al gav!
L’assetto in immersione va sempre mantenuto “giocando” con la frusta del nostro giubbotto ad assetto variabile. L’aria dentro la stagna va insufflata soltanto per il minimo che basta a non sentirci stringere il corpo. Ma, in ogni caso, prima di indossare una stagna, vi consigliamo caldamente di seguire un corso specifico che senza dubbio alcuno la vostra didattica avrà predisposto.
Qualche consiglio in più
I punti delicati della stagna sono il collo ed i polsini che sono realizzati in materiale molto delicato. Prima di riporla, sciacquate bene tutto ma in particolare queste zone. In commercio ci sono dei talchi speciali con i quali spolverare abbondantemente queste parti prima di mettere la vostra stagna a riposo in attesa della prossima avventura.
La stessa attenzione va riservata alla cerniera. Siete attenti a non piegarla mai, fatevi consigliare dal vostro negoziante di fiducia una cera apposita e dategliene con generosità, da tutte le parti. Se si rompe la cerniera o se il colletto lascia passare l’acqua, potete buttare via tutto, che vi costerebbe meno comperarla nuova che farla riparare.
L’ultimo consiglio riguarda la pesata. Nella stagna è meglio usare un chilo o anche due di più rispetto a quando ci sembrerebbe sufficiente quando facciamo le prove di galleggiamento in superficie. Una buona idea è non mettere tutto il peso in cintura o nel gav ma usare anche cavigliere da mezzo chilo o, al massimo, da un chilo che aiutano il sub a mantenere un assetto regolare.