La chimica dell'immersione
Gli elementi della materia
Gli elementi della materia
L’acqua è la più ordinaria delle sostanze che presenta caratteristiche straordinarie; le sue particolari proprietà chimico-fisiche motivano una serie fenomeni anomali, di riscontro quotidiano, come l’ebollizione ad alta temperatura, l’elevato calore specifico, la capillarità, un elevato potere solvente ed una notevole tensione superficiale. Ma prima di evidenziare le anomalie dell’acqua rispetto alle altre sostanze cerchiamo di capirne la causa, che risiede nella sua struttura molecolare.
L’acqua è la più ordinaria delle sostanze che presenta caratteristiche straordinarie; le sue particolari proprietà chimico-fisiche motivano una serie fenomeni anomali, di riscontro quotidiano, come l’ebollizione ad alta temperatura, l’elevato calore specifico, la capillarità, un elevato potere solvente ed una notevole tensione superficiale. Ma prima di evidenziare le anomalie dell’acqua rispetto alle altre sostanze cerchiamo di capirne la causa, che risiede nella sua struttura molecolare.
Tutti sappiamo che la molecola dell’acqua è costituita da un atomo di ossigeno e due di idrogeno, nulla di straordinario a parte la forma a V, con il più grande atomo di ossigeno al vertice e i due piccoli atomi di idrogeno alle estremità opposte, separati tra loro da un angolo di 104,45°.
All’interno della molecola gli atomi sono tenuti assieme dal legame covalente, che prevede la messa in comune degli elettroni presenti negli orbitali periferici. All’esterno la molecola d’acqua si presenta come un dipolo, infatti benché sia elettricamente neutra la forma a V da origine a due polarità distanziate tra loro: la carica “+” tra i due atomi di idrogeno e la carica “-“ dall’ossigeno.
Queste due zone con carica opposta danno origine ad una configurazione dipolare, che genera attrazione tra le varie molecole d’acqua, un’interazione chiamata appunto “dipolo-dipolo”.
Ma c’è un’altra forza che attrae tra loro le molecole d’acqua, più intensa di quella dovuta all’interazione dei dipoli (ma minore del legame covalente altrimenti le molecole si dissocerebbero); si tratta del cosiddetto legame idrogeno (o ponte idrogeno), a cui vanno attribuite le eccezionali proprietà fisiche dell’acqua. Questo legame è dovuto alla presenza nella molecola degli atomi di idrogeno, che tendono a legarsi con gli atomi di ossigeno delle altre molecole vicine, con un’intensità esaltata dall’elevata elettronegatività dell’ossigeno, cioè dalla sua capacità di attrarre gli elettroni dei legami covalenti in cui è coinvolto, nello specifico l’idrogeno, che risulta con una parziale carica positiva e disponibile così al legame intermolecolare. Il legame idrogeno genera un’attrazione tra le molecole d’acqua con un’intensità che non ha eguali negli altri liquidi. Le molecole d’acqua possono formare quattro legami idrogeno con le loro vicine, per creare una struttura tetraedrica le cui facce sono triangoli equilateri. Questa configurazione si ripete in tutto il liquido fino a formare una sorta di reticolo tridimensionale mobile, elastico, con legami che si formano e si rompono di continuo, con una frequenza dell’ordine di 10-12 secondi. L’acqua non è quindi un semplice insieme di molecole tra loro dissociate, bensì una struttura legata, che come tale si comporta anche a livello macroscopico.
Fatta luce sulla particolare struttura molecolare, è possibile comprendere meglio la natura anomala e le straordinarie caratteristiche dell’acqua e di alcuni suoi comportamenti, così frequenti nella vita di tutti i giorni da sembrare normali.
La temperatura di ebollizione (e quella di fusione) dell’acqua è molto più alta rispetto a quella di altre molecole simili, che si trovano infatti lo stato gassoso. L’acido solfidrico (H2S) è un gas, così come lo solo il metano (CH4), l’ammoniaca (NH3) e l’acido cloridrico (HCl), tutte molecole di dimensioni paragonabili a quella dell’acqua e con la presenza di atomi di idrogeno. A temperatura ambiente, quindi, l’acqua dovrebbe presentarsi allo stato gassoso e non liquido, tuttavia grazie ai forti legami idrogeno l’acqua presenta un punto di ebollizione enormemente più alto rispetto a quello delle sostanze molecolarmente simili. Per esempio l’acido solfidrico è una molecola con struttura affine a quella dell’acqua, ma lo zolfo è meno elettronegativo dell’ossigeno così i legami idrogeno che si generano sono debolissimi, quasi inesistenti.
Il fluoro invece è più elettronegativo dell’ossigeno ma la molecola di acido fluoridrico (HF) ha un solo idrogeno e può quindi creare un solo legame con le molecole circostanti (anzichè i quattro dell’acqua), con un effetto macroscopico minore.
La capillarità è un fenomeno dovuto all’effetto combinato di forze di adesione e coesione grazie al quale l’acqua può risalire le pareti di uno stretto recipiente, violando il principio dei vasi comunicanti. Grazie alla capillarità l’acqua può raggiungere la cima anche degli alberi più alti e un fazzoletto di carta e una spugna si inzuppano con facilità. Con l’adesione le molecole dell’acqua stabiliscono un contatto con le molecole della parete del recipiente, grazie al legame idrogeno queste molecole riescono ad “arrampicarsi” lungo le pareti, mentre la forte coesione consente alla massa d’acqua di rimanere unita salendo. Questo fenomeno è tanto più evidente quanto più piccolo è il capillare.
L’acqua ha un elevato calore specifico, questo significa che occorre molta energia per innalzarne la temperatura (4,184 J/g °C), una quantità superiore rispetto a quella richiesta da molte altre sostanze. Questa proprietà dipende ancora dai legami a idrogeno: l’agitazione termica delle molecole viene contrastata dalle forze di attrazione e una delle principali conseguenze di questo fatto è il volano termico, ovvero l’effetto calmierante sul clima dovuto alle grandi masse d’acqua.
Un altro comportamento anomalo dell’acqua è dato dall’aumento del volume di congelamento della massa liquida. A livello domestico sono ben note le conseguenze di questo fenomeno. Quando la temperatura va sottozero le tubazioni piene d’acqua si rompono, così come una bottiglia piena messa nel freezer. Nell’acqua liquida agiscono due forze opposte, i legami a idrogeno da una parte tendono ad organizzare il reticolo di tetraedri mentre il movimento caotico delle molecole ne impedisce la perfetta formazione. Quando l’acqua congela i tetraedri sono obbligati a formarsi e la struttura complessiva assume la configurazione più aperta e meno densa. Questo è il motivo per cui, stranamente, il ghiaccio galleggia.
Il potere solvente di una sostanza è la capacità che la stessa ha di scioglierne un’altra, per formare una soluzione. L’acqua è un ottimo solvente, avendo la capacità di spezzare i legami che tengono unite molte sostanze. Pensiamo al cloruro di sodio, cioè il sale da cucina, che si scioglie rapidamente in acqua perché le molecole polari dell’acqua attraggono gli ioni di carica opposta sino a spezzare il legame ionico del cristallo. Un analogo fenomeno avviene nel processo di mineralizzazione, cioè quando l’acqua, passando attraverso le rocce, ne discioglie una parte arricchendosi di sali minerali
La tensione superficiale è la densità superficiale di energia di legame sull’interfaccia tra un corpo continuo e un materiale di un’altra natura, un solido, un liquido o un gas. L’acqua ha un’elevata tensione superficiale perché tra le molecole è presente una forte coesione (dovuta ai legami idrogeno), che tende a tenerle unite.
Grazie a questo fenomeno molti insetti riescono a camminare sull’acqua, visto che la loro massa non è sufficiente a rompere i legami tra le molecole d’acqua presenti superficie, e non basta il principio di Archimede per spiegare il galleggiamento di una graffetta metallica o di una piccola monetina.
Ed è sempre grazie alla coesione, che genera una forte tensione superficiale, se le goccioline d’acqua assumono una forma sferica e se un bicchiere si può riempire per qualche millimetro oltre il bordo, senza traboccare.
Queste sono alcune delle più evidenti stranezze dell’acqua, un liquido straordinario, che usiamo dall’origine dei tempi ma che abbiamo iniziato a conoscere solo di recente.
A queste vanno aggiunte quelle che sono in fase di studio, come ad esempio quello dei ricercatori americani del Rensselaer Polytechnic Institute secondo cui i suoni naturali, tra cui quello dell’acqua, rappresentano il sottofondo ideale per ottenere riposo, benessere psico-fisico, maggiore concentrazione e produttività.
Un' altra caratteristica dell' acqua è di possedere una capacità termica molto più elevata rispetto a qualsiasi liquido comune.
Essa può infatti assorbire una grandissima quantità di calore, facendo aumentare di poco la propria temperatura. Una ragione dell' alta capacità termica dell' acqua è che molto del calore assorbito viene speso non per mettere in movimento delle molecole, ma per scambiare gli atomi di idrogeno tra molecole adiacenti.
l'acqua aumenta di temperatura molto lentamente e, una volta che ha raggiunto la sua temperatura la mantiene per lungo tempo. Un esempio di questo comportamento c'è dato dagli effetti climatici dell'acqua sul clima delle coste:
l'acqua, durante l'estate, incamera calore e lo mantiene per tutta la stagione, per poi liberare in inverno tutto il calore mitigando il clima delle zone costiere.
Le modalità di trasmissione del calore sono 3 : Irraggiamento , Conduzione e Convezione
L'azoto molecolare (formula molecolare N2, detto anche azoto biatomico o azoto diatomico o diazoto o semplicemente azoto) è un composto formato da due atomi di azoto; esso costituisce il 78% dell'atmosfera terrestre (in frazione di volume che è anche approssimativamente la frazione molare) e allo stato puro si presenta sotto forma di gas incolore, inodore, insapore e inerte.
La narcosi da azoto (detta anche ebbrezza da alti fondali o effetto "Martini") si verifica talvolta durante le immersioni subacquee in caso di pressioni ambientali superiori a circa 4 atmosfere (quindi a oltre 30 metri di profondità) ed è accentuata dalla velocità di discesa tenuta per raggiungere tale profondità.
Va comunque detto che la narcosi d'azoto non è strettamente legata a questo gas, ma ne coinvolge anche altri presenti nella miscela respirata sott'acqua.
L'azoto è un gas inerte (non reagisce normalmente con altre sostanze,ma può passare la barriera alveolo capillare) e rappresenta il 78% dell'aria che si respira.
All'aumentare della pressione esterna la pressione parziale dell'azoto disciolto nel sangue si innalza, aumentando sensibilmente la possibilità di legarsi all'ossigeno, formando ossido di diazoto (N2O), un analgesico e anestetico noto anche come gas esilarante, provocando quindi un effetto tossico nell'organismo, conosciuto col nome di narcosi da azoto o ebbrezza da alti fondali.[1]
Il limite di utilizzo per l'aria compressa è stimato intorno ai 70 metri (oltre questa profondità l'ossigeno contenuto nell'aria diventa tossico e bisogna immergersi con miscele particolari), ma il limite per la subacquea ricreativa è 40 metri ed è opportuno che tutti i sommozzatori sportivi non superino mai, e per nessun motivo, questa quota, anche se questo tetto per la narcosi da azoto è assolutamente individuale, dipendente anche dall'allenamento alla profondità e può variare a seconda delle circostanze in modo considerevole (alcuni subacquei non subiscono questa patologia neppure oltre 50 metri, mentre altri ne sono affetti a quote molto inferiori).
Gli effetti in immersione della narcosi da azoto sono molto simili a quelli provocati dall'uso di alcolici e, come in occasione di una bevuta eccessiva, il soggetto inizialmente vive uno stato di lucida euforia ma in seguito, se non inizia immediatamente a risalire, la sua mente si offusca completamente.
L'ossigeno è un elemento chimico con numero atomico 8 e numero di massa 16 (simbolo O). Fa parte degli elementi del gruppo 16 sulla tavola periodica ed è un agente non metallico altamente reattivo (ossidante) che forma facilmente ossidi e altri composti con la maggior parte degli elementi.[3] Per massa, è il terzo elemento più abbondante dell'universo[1] dopo l'idrogeno e l'elio.
A temperatura e pressione standard due atomi dell'elemento si legano per formare una molecola di diossido di ossigeno (formula chimica O2), un gas incolore e inodore che costituisce il 20,8% dell'atmosfera terrestre (l'ossigeno è chimicamente troppo reattivo per rimanere un elemento libero nell'aria[4]); legato ad altri elementi, è l'elemento chimico più comune della crosta terrestre, rappresentandone circa il 47% della massa[5], ed entra inoltre nella molecola dell'acqua.
Generalmente l'intossicazione da ossigeno si verifica quando la pressione parziale dell'ossigeno che supera le 1,4 atmosfere (atm), equivalenti a circa 57 m di profondità. I sintomi comprendono parestesie, epilessia, vertigini, nausea, vomito e riduzione della vista (tunnel). Circa il 10% dei pazienti presenta convulsioni generalizzate o sincope, che solitamente sono responsabili dell'annegamento. Il rischio è maggiore quando i sub respirano miscele di ossigeno e azoto, che provocano una pressione inspirata di ossigeno superiore a 1,3 atmosfere.
Lʼanidride carbonica (nota anche come biossido di carbonio o, più correttamente, diossido di carbonio; formula chimica: CO₂) è un ossido acido[6] la cui molecola è formata da un atomo di carbonio (simbolo: C) legato a due atomi di ossigeno (O). In particolare, di fondamentale importanza nei processi vitali di piante e animali, tale sostanza è coinvolta nella fotosintesi (da cui ossigeno e vapore acqueo[7]) e viene prodotta durante la respirazione, oltre a essere prodotta nella maggior parte delle combustioni.
L’accumulo di anidride carbonica potrebbe essere la base della maggior parte degli incidenti subacquei fatali. La CO2 risulta essere infatti venti volte più narcotica dell’azoto e spiegherebbe perché spesso, piccoli problemi, hanno creato comportamenti irrazionali nei subacquei fino a creare i presupposti di un incidente subacqueo dagli esiti catastrofici.
I tipici sintomi di accumulo di CO2 nel subacqueo includono: cefalee, difficoltà respiratorie, nausea, vomito, rossore, perdita di coscienza. Se il subacqueo non respira lentamente e profondamente e trattiene il respiro, esce dall’acqua spesso con forti cefalee che indicano l’intossicazione da anidride carbonica. Quando la concentrazione di CO2 nel sangue aumenta, i recettori cerebrali aumentano la respirazione al fine di eliminare questo eccesso. Questo è ciò che avviene se corriamo per un breve tratto e ci ritroviamo con il fiato corto. Come abbiamo visto sopra, la CO2 viene trasportata per il 70% in forma di acido carbonico e il Ph del sangue ( il grado di acidità ) è il meccanismo che fa capire al nostro cervello di aumentare il ritmo respiratorio. Aumentandolo la respirazione, in condizioni normali, siamo in grado di eliminare l’eccesso di CO2 dal nostro corpo. Può anche succedere che l’aumento del ritmo respiratorio in aggiunta all’attività fisica che sto svolgendo sott’acqua mi possa fare andare in affanno.
l monossido di carbonio (o ossido di carbonio o ossido carbonioso) è un gas incolore, inodore e insapore leggermente meno denso dell'aria. Se presente in concentrazioni superiori a circa 35 ppm risulta altamente tossico per gli animali, sia vertebrati che invertebrati, che usano l'emoglobina per trasportare l'ossigeno all'interno dell'organismo; in piccole quantità viene tuttavia prodotto dal normale metabolismo animale e si ritiene svolga alcune normali funzioni biologiche. La sua formula chimica è CO.
Il monossido di carbonio è un nemico particolarmente insidioso per il subacqueo perché inodore ed insapore. Esso si genera dalla combustione incompleta di composti contenenti carbonio. Esso si lega 200 volte più intensamente all’emoglobina rispetto all’ossigeno portando all’ipossia e alla morte. È di fondamentale importanza che la presa d’aria del compressore che carica le bombole sia lontano da gas di scarico di qualsiasi motore. Per i rebreather, oltre a questo, è importante che il boccaglio sia chiuso durante il trasporto in barca.
L'elio (dal greco ἥλιος, hèlios, "sole") è l'elemento chimico della tavola periodica che ha come simbolo He e come numero atomico 2. È un gas nobile incolore, inodore, insapore, non tossico e inerte. Si presenta come gas monoatomico.
Dopo l'idrogeno, è il secondo elemento più leggero e il secondo più abbondante nell'universo osservabile
Sulla Terra è relativamente raro: 5,2 ppm (parti per milione) in volume nell'atmosfera. La maggior parte dell'elio terrestre presente oggi è stato creato dal decadimento radioattivo naturale degli elementi radioattivi pesanti (torio e uranio, in particolare)
utilizzato nelle miscele respiratorie TRIMIX (elio - ossigeno - azoto) e l'HELIOX (elio - ossigeno)
Come forse sai, l’elio non è narcotico, al contrario dell’azoto e quindi deve venire usato per superare il limite narcotico dell’azoto contenuto nell’aria, limite che molto opportunamente il mondo ricreativo trova a circa 40 metri. In effetti i primi esperimenti con l’elio lo vedevano come sostituto totale dell’azoto in miscela; tuttora in campo professionale si fa così, se vogliamo eccettuare immersioni stratosferiche a parecchie centinaia di metri in cui accadono cose talmente strane alla membrana cellulare delle cellule nervoso che si deve introdurre una piccola percentuale di inerte narcotico calibrata al decimo di punto percentuale (per limitare la cosiddetta HPNS). In campo sportivo non si fa nulla del genere; al contrario si cerca di utilizzare i vantaggi di ciascun inerte limitandone gli svantaggi determinando le percentuali in modo opportuno. In ogni caso rarissime sono immersioni sportive in heliox (elio-ossigeno) al quale, dicevamo, viene preferito trimix (elio-azoto-ossigeno). L’elio è molto costoso, anche per quei grandissimi appassionati per cui la subacquea è tutto.
Inoltre disperde il calore corporeo più facilmente dell’azoto anche se la recente esperienza della comunità dei sub tecnici seri ha consentito di comprendere che questo problema ha assai meno importanza di quanto abbia in campo professionale. Altro problema dell’elio è la sua molto maggiore velocità di scambio rispetto all’azoto, circa 2.65 volte di più. In parole povere, se accettiamo le classiche 24 ore per la saturazione in azoto (in realtà sarebbero assai di più) con l’elio ce ne vogliono appena poco più di nove. Ovviamente la desaturazione è altrettanto rapida. Una conseguenza di questo è che una pallonata, teoricamente “perdonata” dall’aria non lo sarebbe respirando elio come frazione di inerte.
L'argon o argo (dal greco ἀργός -όν "argòs -òn", significato: pigro) è l'elemento chimico della tavola periodica che ha come simbolo Ar e come numero atomico 18. È un gas nobile del periodo 3 e costituisce circa lo 0,95% del volume dell'atmosfera terrestre.
Gas molto denso e altamente narcotico al punto che se respirato in miscele avresti narcosi e difficoltà respiratorie anche a meno di 6mt
I sommozzatori lo usano per gonfiare le mute stagne per la sua proprietà termoisolante
l’Argon appare il gas migliore in quanto a proprietà termiche. Teoricamente, dovrebbe assicurare un isolamento termico superiore del 32% rispetto a quello dell’aria. Però uno studio eseguito da Risberg & Hope (Marina norvegese) nel 2001 non è riuscito affatto a provare la superiorità dell’Argon. Sostituire l’aria con l’Argon non produce effetti né sulla temperatura della pelle e su quella dell’interno del corpo, né sulla percezione del comfort termico. In questo esperimento, alcuni subacquei sono stati mantenuti in posizione prona (a faccia all’ingiù) alla profondità di 10 metri per un’ora in acqua ad una temperatura media di 2 C°. La regione del corpo che ha tratto qualche beneficio (anche se in misura molto limitata) è stata la schiena. Una possibile spiegazione di ciò è la pressione idrostatica che ha causato uno spostamento del gas. Poiché i subacquei erano in posizione prona, la pressione dell’acqua ha spostato la maggior parte del gas sulla schiena, diminuendo la perdita di calore in quella zona.
Una nota finale. Nonostante la superiorità dell’isolamento termico delle mute stagne rispetto a quelle umide, esse hanno comunque dei limiti e non sono sufficienti per le immersioni particolarmente lunghe e in profondità, specialmente in acque fredde. Questa è la ragione per cui i subacquei che lavorano in saturazione in ambienti freddi hanno bisogno anche di un riscaldamento di tipo attivo come i riscaldatori elettrici o con mute a circolazione di acqua calda.
Cosa significa tutto questo, per noi? Sembra proprio che l’Argon non offra alcun vantaggio sull’aria, come gas per gonfiare la muta stagna, dato che non sembra che isoli meglio e inoltre è più costoso e non è respirabile.